La riflessione sull’alimentazione dei nostri bambini e ragazzi tocca anche la sfera esistenziale, trovando una sua collocazione nell’ambito dei bisogni che non sono solo quelli primari della fame e della sete.
L’alimentazione è un’esperienza di vita necessaria, perché da questa dipende la nostra sopravvivenza, ma è anche una possibilità di crescita esistenziale.
Si può imparare anche da ciò che beviamo e mangiamo, poiché il cibo è carico di significati simbolici e valoriali che ci rendono persone in una relazione comunicativa con l’altro. Attraverso il cibo è possibile conoscere il mondo nel suo gusto e nella sua consistenza, nelle sue forme e nei suoi colori.
Durante il pasto si possono condividere regole e spazi di vita, si possono sviluppare competenze funzionali nell’ambito dell’autonomia personale.
Il momento conviviale permette di imparare l’attesa, un’ esperienza complessa ma edificante, soprattutto quando termina con un momento gradevole come è quello in cui si assapora del buon cibo.
Quando parliamo di persone con disabilità complessa, come i bambini e ragazzi di cui ci prendiamo cura al Centro Speranza, all’aspetto relazionale e sociale del pasto si collega la necessità di un intervento specializzato e competente degli operatori, che tenga conto delle attuali linee guida e delle tecniche di gestione di tutte le problematiche connesse all’alimentazione di chi ha anche problemi di disfagia e deglutizione.
Circa l’80% dei bambini e ragazzi seguiti al Centro Speranza ha problemi di disfagia.
Le persone con disabilità di cui il Centro Speranza si prende cura hanno bisogno, oltre della professionalità degli operatori, anche di poter far affidamento su strumentazioni specifiche fondamentali per la loro salute e sicurezza. Per chi soffre di disfagia, infatti, il momento del pasto è molto delicato, perché il cibo non finemente tritato rischia di finire nei polmoni ostacolando la funzione respiratoria.
Per chi soffre di disfagia severa non è sufficiente frullare il cibo con un comune frullatore questo deve essere sminuzzato in maniera omogenea per essere sicuro al 100%.
L’Associazione Madre Speranza Onlus viene dunque in aiuto con un appello rivolto ai sostenitori per donare al Centro Speranza un omogeneizzatore professionale.
L’omogeneizzatore è uno strumento professionale grazie al quale si può preparare qualunque piatto, dall’antipasto al dessert, mantenendo inalterato il sapore delle pietanze.
I cibi omogeneizzati non perdono il loro buonissimo sapore e restituiscono l’esperienza unica del gusto a chi li mangia e la gioia del cucinare a tutti coloro che si prendono cura di loro.
In questo modo bambini e ragazzi del Centro Speranza potranno mangiare la pasta al sugo o addirittura una cotoletta alla milanese, tra i piatti preferiti dei più piccoli!
E’ importantissimo poter garantire la “normalità” che viene assaporata attraverso al cibo.
Il gusto è infatti una delle poche esperienze che i bambini e i ragazzi con disabilità complessa possono vivere in maniera piena al di là delle tante altre limitazioni che, purtroppo, intaccano la loro capacità di muoversi, di sentire e toccare, di abbracciare il mondo che li circonda.
Il compito degli educatori e dei terapisti è quello di agevolare il pasto, ovvero un momento importante della loro quotidianità, e allo stesso tempo permettere, in sicurezza, la creazione di un continuum esperienziale che dia sempre maggior significato all’esistere dei bambini e ragazzi di cui ci prendiamo cura.
Attraverso l’alimentazione si può promuovere un’esperienza di vita ricca dal punto di vista affettivo, in modo da permettere ai nostri ragazzi di sentirsi vivi, amati e significativi anche in situazioni di estrema gravità.