Dal momento della nascita e con il trascorrere dei mesi, la piccola Emma ha manifestato in maniera sempre più forte una grave dispercezione che le suscitava un’intolleranza percettiva. Non voleva essere toccata da nessuno.

Inizia così il racconto di Sabrina, la mamma di Emma.

La mia Emma ha avuto un debutto in società un po’ difficile ed ancora oggi stiamo affrontando terapie specifiche per migliorare la sua vita, lo facciamo insieme e con coraggio grazie alla forza che Emma è capace di trasmettere.

Nei primi anni di vita, quando ancora non ci era stata una diagnosi specifica delle difficoltà che Emma mostrava, le varie figure professionali incontrate mi avevano dato indicazioni “tecniche” per esempio anche semplicemente per prenderla in braccio, anche se io e il suo papà abbiamo sempre cercato di trasmetterle il nostro calore.

L’incontro con il Centro Speranza

La chiave di volta di questa difficile situazione è arrivata quando abbiamo iniziato a lavorare sulla “lettura del linguaggio non verbale” di Emma che ci ha permesso di iniziare a relazionarci in modo autentico con lei. Determinante in questo cambiamento di approccio con mia figlia è stato l’incontro con gli specialisti del Centro Speranza. All’inizio fu proprio  l’équipe del Centro Speranza a propormi degli incontri di massaggio infantile 

Il contatto ha rafforzato il dialogo materno, migliorando il percorso di crescita della mia piccola Emma in modo armonico e sereno.

Ho creduto nell’efficacia di questo percorso che mi ha fatto tornare alla mente il ricordo delle parole di mia nonna materna la quale mi raccontava di come fosse solita tranquillizzare i suoi figli massaggiandoli con olio d’oliva. E, io stessa, se chiudo gli occhi, riesco ancora a sentire il calore e l’amore che mia nonna riusciva a trasmettermi con una sua carezza.

Il percorso della mia principessa Emma è ancora in salita, ma sicuramente un po’ di sollievo e il sorriso lo abbiamo conquistato grazie alla massofisioterapista del Centro Speranza che ci ha insegnato le tecniche del massaggio infantile A.I.M.I. Ancora oggi, infatti, Emma, a distanza di anni, cerca il contatto, è meno spaventata dagli estranei e si lascia avvicinare da terapisti accettandoli e collaborando con loro.

Il percorso non è ancora concluso, Emma frequenta tuttora la struttura per le terapie di logopediche e di psicomotricità che tanto la stanno aiutando a diventare una bambina forte e determinata. Emma frequenta l’ultimo anno della scuola dell’infanzia ed è una bambina vivace e solare come i suoi coetanei!